Lo Stretto in lungo e in largo

Prime esplorazioni sulle ragioni di un’area metropolitana integrata dello Stretto di Messina

a cura di Giuseppe Fera e Alberto Ziparo

Centro Stampa di Ateneo – Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, Reggio Calabria 2016

 

L’Area dello Stretto di Messina si impone come tema tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta, rappresentando per la cultura urbanistica di quella fase uno scenario di grande rilievo entro cui inserire tra l’altro la problematica del collegamento stabile tra Sicilia e continente.
Il concetto di area integrata dello stretto è peraltro affatto recente: le tendenze all’individuazione di un contesto comune, marcato da relazioni dense tra le genti e gli insediamenti che gravitano attorno alla “striscia di mare” che si allunga tra “le strette cimose contornate dalle pendici aspromontane e peloritane”, risale all’evo antico, almeno al periodo Magno-Greco.
Nel volume ci si sofferma sui caratteri distintivi ed evolutivi dell’area – con particolari sottolineature della ricchezza del patrimonio territoriale, ecopaesaggistico, sociale e storico-culturale -, attorno alle visioni, alle “immagini emergenti” su cui si è potuto prospettare nelle varie epoche e fasi lo scenario di Area dello Stretto. Costrutto rilanciato nel 1969 dal “Progetto 80” che enfatizza l’idea di area integrata; ma attorno alle filosofie di sviluppo “meridionalistiche” dominanti nel periodo: ambito connotato dai grandi poli industriali e infrastrutturali, che lo avrebbero contornato e marcato, nonchè alle attrezzature urbane previste nei centri maggiori; il tutto ruotante attorno all’idea del ponte come grande struttura di collegamento “tra elementi forti”, ma quasi totalmente scollati dall’ecosistema circostante.
Oggi, fallite evidentemente le ipotesi legate ai grandi poli, tramontata anche l’idea del ponte con il suo carico di equivoci, inganni e sprechi, riemerge il paesaggio dello Stretto, con le sue “meraviglie”, la sua ricchezza patrimoniale, ma anche le molte cesure, rotture da risanare.
L’area integrata dello Stretto può allora rilanciarsi attorno ai suoi immensi “valori verticali”, cultura, ecologia, archeologia, storia, arte, tradizioni, oltre che alle relazioni coesive tra i suoi molti “luoghi cospicui”. Il volume contiene studi che ricercano modi “intelligenti ed innovativi” di affermazioni di tale tematiche.

Per facilitare la diffusione del volume, pubblichiamo in queste pagine la totalità dei suoi testi e immagini: i PDF di ciascuna sezione sono accessibili cliccando sui links riportati di seguito; il plugin Adobe Reader, necessario alla loro visualizzazione, è scaricabile gratuitamente da qui.

 

Coperta, frontespizio e indice

Introduzione (Giuseppe Fera)

Parte Prima: Il patrimonio culturale identitario (Gianfranco Neri, Maria Concetta Fera, Marcello Sestito, Marcello Mento, Elena Gugliuzzo, Giuseppe Restifo)

Parte Seconda: Per una economia sostenibile (Gaetano Giunta, Mimmo Marino, Gabriella Pultrone,

Parte Terza: Il territorio e il paesaggio (Francesco Moraci, Celestina Fazia, Alberto Ziparo, Antonello Russo, Marina Arena)

Parte Quarta: I terremoti e i rischi ambientali (Giuseppe Fera, Rosa Grazia De Paoli, Nicola Alessandro Pino, Stefano Gresta, Adolfo Santini)

Parte Quinta: Mobilità e trasporti (Michele Limosani, Gaetano Scarcella, Alberto Ziparo, Francesco Calabrò, Lucia Della Spina, Angela Viglianisi)

Allegati (Domenico Minuto, Angelo Vecchio Ruggeri)

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